Tra le 5 ferite dell’anima descritte da Lise Bourbeau, la ferita dell’ingiustizia è una delle più complesse, poiché coinvolge l’equilibrio tra l’emotività e la razionalità. Chi porta questa ferita sente che le cose non sono mai giuste, che non riceve ciò che merita e che la vita è sbagliata o ingiusta. Spesso la ferita dell’ingiustizia è legata a una continua ricerca di perfezione, che può diventare un meccanismo di difesa per affrontare un forte senso di frustrazione e di dolore interiore. In questo articolo esploreremo la natura di questa ferita, come si manifesta, la maschera dell’inquisitore, le caratteristiche fisiche ed emotive associate, e le credenze limitanti che ne derivano.
Cos’è la Ferita dell’Ingiustizia?
La ferita dell’ingiustizia nasce spesso nell’infanzia quando il bambino percepisce di non essere trattato in modo equo o giusto. Questo può derivare da esperienze di disparità nei trattamenti tra fratelli, discriminazioni o trattamenti severi e punitivi da parte di figure autoritarie, come i genitori o gli insegnanti. Una violenza psicologica o una ripetuta mancanza di riconoscimento possono radicare in profondità il senso che nulla di ciò che fa è mai sufficiente o che non ha mai il giusto riconoscimento.
Questa ferita si alimenta di un senso costante di frustrazione, ingiustizia e rabbia, per il fatto che la persona non si sente trattata con equità. Spesso la persona che porta questa ferita cerca un senso di giustizia esterno, ma continua a sentirsi frustrata e insoddisfatta, incapace di ottenere quello che percepisce come giusto o meritato.
Quando il bambino cresce, può interiorizzare l’idea che la giustizia sia un concetto esterno, qualcosa che gli altri devono fornirgli, piuttosto che un principio che nasce dal proprio cuore. La persona sviluppa una visione distorta del mondo, come se ogni cosa che le accade non fosse mai abbastanza giusta o allineata alle proprie aspettative.
La Maschera dell’Inquisitore o del Rigido
La maschera del “Inquisitore” è quella che la persona con la ferita dell’ingiustizia indossa per proteggersi dal dolore di sentirsi trascurata, non riconosciuta o trattata in modo scorretto. Chi indossa questa maschera può apparire severo, rigido e centrato sull’ordine e sulla perfezione. Questo comportamento nasce dal tentativo di controllare il proprio ambiente per evitare che venga percepita l’ingiustizia.
I tratti tipici di chi indossa la maschera dell’inquisitore includono:
- Essere eccessivamente critici e rigidi verso se stessi e gli altri.
- Avere standard molto elevati e perfezionisti.
- Avere difficoltà a chiedere aiuto agli altri e nel ricevere
- Sentirsi frustrati quando le cose non vanno come previsto.
- Tendenzialmente manifestare un comportamento di controllo per evitare l’errore.
- Agire per senso del dovere e poco inclini ad agire per il proprio piacere
- Essere severo ed esigente con se stesso e non rispetta il proprio corpo e i propri limiti, andando spesso in stress
- Sentirsi in colpa se non si raggiungono i propri obiettivi o se qualcosa va storto.
- Tendenza ad accusare gli altri di non essere giusti o di non rispettare le regole.
Aspetto Fisico e Disturbi Collegati
La ferita dell’ingiustizia può avere un impatto significativo anche sul corpo fisico. Secondo l’approccio psicosomatico, il corpo tende a riflettere il conflitto tra l’emotività repressa e il bisogno di controllare la situazione. Chi porta questa ferita potrebbe manifestare una corporatura rigida, tesa e distante, come se fosse sempre in allerta, pronto a combattere contro l’ingiustizia.
A livello fisico, le persone che portano questa ferita possono essere soggette a:
- Posture rigide, specialmente a livello delle spalle e della schiena.
- Disturbi digestivi, come acidità, stitichezza o problemi legati allo stomaco.
- Mal di testa frequenti, tensione muscolare, torcicollo .
- Disturbi alla pelle come acne o eczema, riflettendo la difficoltà di accettare se stessi o le proprie emozioni.
- Disturbi del sonno, ansia, nervosismo e irritabilità.
- Problemi epatici e di circolazione
- Anorgasmia (nella donna) e eiaculazione precoce o impotenza nell’uomo
- Stitichezza ed emorroidi
Credenze Limitanti Collegate alla Ferita dell’Ingiustizia
La ferita dell’ingiustizia è alimentata da convinzioni limitanti che indeboliscono l’individuo, facendolo sentire sempre in lotta con il mondo esterno e con se stesso. Le convinzioni più comuni includono:
1. “Non ricevo ciò che merito” – La persona si sente costantemente in lotta per ottenere ciò che le spetta, ma percepisce di non essere mai trattata in modo giusto.
2. “Devo essere perfetto per essere accettato” – Il bisogno di perfezione diventa una prigione emotiva, perché la persona non accetta mai il proprio lato umano e fallibile.
3. “Non posso mostrare debolezza” – La paura che la debolezza venga giudicata come ingiustizia o come un difetto rende questa persona incapace di rilassarsi o di sentirsi accettata.
4. “Gli altri non mi trattano con rispetto” – Percezione di essere costantemente svalutati o non trattati con dignità, e la sensazione di essere giudicati o ignorati.
5. “Nessuno mi comprende” – La convinzione che nessuno possa davvero comprendere il proprio dolore, la propria frustrazione o la propria ricerca di giustizia.
Queste credenze limitanti impediscono alla persona di vedere il valore e l’amore che già possiede e che può ricevere.
Come Guarire la Ferita dell’Ingiustizia
Come per le altre ferite, la guarigione della ferita dell’ingiustizia passa per il riconoscimento e la trasformazione dei meccanismi che la alimentano. Alcuni passi fondamentali per trasformare questa ferita includono:
1. Diventare consapevoli della ferita – Riconoscere i momenti in cui si percepisce l’ingiustizia e come questo alimenta la frustrazione e il dolore.
2. Rilasciare il bisogno di perfezione – Accettare il proprio lato imperfetto e riconoscere che l’errore è una parte naturale del processo di crescita.
3. Imparare a perdonare – Perdonare se stessi e gli altri per le percepite ingiustizie. Questo porta alla pace interiore.
4. Aprirsi al flusso naturale della vita – Lasciare andare il bisogno di controllare ogni cosa e permettere che le situazioni evolvano in modo naturale.
5. Riconoscere e accettare il proprio valore – Lavorare sulla propria autostima e sull’accettazione, in modo da non dipendere dalla validazione esterna.
Tecniche come il Reiki, la Meditazione, il Theta Healing e il lavoro energetico sui chakra possono aiutare a dissolvere le credenze limitanti e le emozioni represse, favorendo una guarigione profonda.
Conclusione
La ferita dell’ingiustizia può sembrare una lotta senza fine, ma è un’opportunità per imparare a trovare il giusto equilibrio tra il mondo esterno e il nostro interno. Guarire questa ferita significa smettere di cercare la perfezione nel mondo e imparare a viverla dentro di noi, accettando la nostra umanità e il nostro diritto a essere felici. Ogni persona ha il diritto di sentirsi giusta e degna di rispetto, e il percorso di guarigione ci porta a riconoscere che la vera giustizia risiede nel nostro cuore e nel nostro equilibrio interiore.